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Cosa regalare ad un/a climber

Se stai cercando idee regalo per il tuo amichetto arrampicatore o la tua amichetta arrampicatrice, sei nel posto giusto! Trovare il regalo perfetto per qualcuno appassionato di arrampicata può sembrare difficile, ma esistono tanti oggetti pratici e apprezzati che ogni climber saprebbe sfruttare al massimo. Dalla spazzola per pulire le prese fino ai crash pad, ci sono accessori e attrezzature che possono rendere ogni sessione di arrampicata più sicura, comoda e divertente. In questo articolo esploriamo alcuni dei migliori regali per arrampicatori, adatti sia ai principianti sia agli scalatori esperti, partendo da quelli che costano poco, fino a quelli se siete ricchi o in tantissimi a fare il regalo. Scopriamo insieme cosa regalare a un arrampicatore.

Spazzola per arrampicata

La spazzola è un accessorio essenziale per ogni arrampicatore, soprattutto per chi pratica bouldering, ma non solo. Serve per pulire le prese e rimuovere il residuo di magnesite e la polvere che possono ridurre l’attrito. Una spazzola di buona qualità aiuta a migliorare la presa e a rendere i tentativi più efficaci, prevenendo cadute evitabili. Si trova di tanti materiali e dimensioni, noi suggeriamo quelle in legno con le setole naturali, che non creano microplastiche in giro. È un regalo utile, non ti serve sapere se l’amicə ne ha già una perché alla fine le spazzole si collezionano e soprattutto aiuterai a costruire una cultura positiva nel mondo dell’arrampicata. 

Sacchetto per la magnesite

Il sacchetto per la magnesite, o chalk bag, è un altro must-have per gli arrampicatori. Usato per trasportare la magnesite, è un accessorio di cui ne esistono tantissime varietà, da quelli più utili e leggeri, a quelli più simpatici e colorati. L’unica differenza che devi avere a mente è che esistono le sacchette piccole, per quando si fa corda e che si attaccano agli imbraghi, e le sacchette grandi, da bouldering, spesso con anche gli spazi per tenere le spazzole o i nastri. 

E se vi serve magnesite per riempire le sacchette, c’è quella di SKALO, di tutti i tipi e che si impegna nel sociale per cercare di rendere il mondo un posto più equo. Ecco il link alla magnesite sul nostro shop!

Libri di arrampicata

Soprattutto il nostro libro d’arrampicata: Abituati a cadere.
I libri di arrampicata sono regali perfetti per chi ama questa disciplina, raccontano storie di grandi imprese o storie più semplici in cui immedesimarsi, possono ispirare e far sognare.
Che si tratti di manuali tecnici, biografie di arrampicatori famosi o libri motivazionali, la lettura può arricchire l’esperienza di chi pratica questo sport. Alcuni libri sono particolarmente apprezzati perché offrono suggerimenti pratici e approfondimenti utili per sviluppare tecnica e forza.

Alcuni libri che noi abbiamo particolarmente apprezzato sono:

  • Abituati a cadere dei Brocchi sui Blocchi. (ok ora facciamo i seri, giuro).
  • Action Directe di Wolfgang Güllich
  • Topo di Falesia di Jerry Moffatt
  • Verso un nuovo mattino di Enrico Camanni
  • L’impossibile è un po’ più su di Jacopo Larcher

Guide d’arrampicata

Le guide d’arrampicata sono indispensabili per gli appassionati di arrampicata outdoor. Sono sempre libri, ma forniscono dettagli preziosi sui luoghi, le vie e le falesie migliori, spesso includendo mappe, indicazioni precise e consigli di esperti su come affrontare i percorsi. È un regalo ideale per chi ama esplorare nuovi posti, o frequente un posto talmente tanto da aver ormai distrutto la propria guida (succede davvero). Le guide possono essere specifiche per una certa area geografica, per livello di difficoltà o per tipologia di roccia, così da adattarsi alle preferenze di ogni arrampicatore.

Abbigliamento 

Che se ne dica, è l’abbigliamento a fare l’arrampicatore, tutti noi siamo ossessionati dalle maglie colorate, dai pantaloni comodi, dalle felpe calde per le sessioni invernali. Basta guardare un climber per capire che porta in sé un modo di vivere, una cultura fatta di libertà, essenzialità e un pizzico di ribellione. Certo che ogni tanto andiamo anche oltre, con le maglie piene di buchi e pantaloni pieni di toppe. 

Regalare abbigliamento da arrampicata significa quindi offrire un pezzo di questa culturaPuoi regalare una, ormai iconica, maglia CADUTA BROCCHI, o cercare sul nostro shop se c’è qualcosa più adatto al tuo regalo. 

Per i pantaloni, se vuoi regalare qualcosa di unico ti consigliamo BRAGHE, dove ogni braga è unica, proprio come le vie d’arrampicata. 

Corda da arrampicata

La corda è un elemento fondamentale nell’attrezzatura di ogni arrampicatore  e uno di quelli che si consuma di più e va cambiata frequentemente per offrire sicurezza. Regalare una corda di alta qualità significa regalare affidabilità durante le scalate. Le corde da arrampicata variano in lunghezza, diametro e tipo (dinamiche o statiche), e la scelta dipende dalle esigenze dell’utilizzatore, ma in genere con una 70 metri vai in quasi tutte le falesie. Una corda nuova può essere il regalo perfetto per un arrampicatore che pratica falesia. Se invece l’arrampicatore pratica vie lunghe o alpinismo, forse sarebbe meglio regalare delle mezze corde che sono rappresentate dal simbolo 1/2 dentro ad un cerchio. 

Crash pad

Il crash pad è un materasso utilizzato dagli arrampicatori di bouldering per attutire le cadute. È un elemento di sicurezza essenziale per chi pratica arrampicata senza corda, dato che fornisce una protezione aggiuntiva in caso di scivolate o cadute. I crash pad sono disponibili in varie dimensioni a seconda delle necessità e (anche del budget), ma un crash di alta qualità è un regalo che può durare molti anni. Puoi regalare anche una coperta, che serve per uniformare l’area di atterraggio e coprire i buchi tra i vari pad, noi la troviamo molto utile.

Sia per i crash che per la coperta noi ti consigliamo quelli degli amici di BRAZZ

in conclusione

Noi arrampicatori siamo persone semplici ma infottate di questo sport, quindi non preoccuparti troppo, vedrai che ogni regalo sarà apprezzato. Che si tratti di una spazzola, di una corda o di un libro ispirazionale, scegliere un regalo per un appassionato di arrampicata significa supportare la sua passione e incoraggiarlo a superare i propri limiti. Speriamo che queste idee regalo ti abbiano dato l’ispirazione giusta per trovare il pensiero perfetto per l’arrampicatore che conosci. Bacini brocchini. 

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Perché ci chiamiamo Brocchi: la rivendicazione della mediocrità

Ormai il nome Brocchi Sui Blocchi lo diamo quasi per scontato, lo ripetiamo ogni giorno da più di 7 anni. Ma, se ci fermiamo a riflettere, siamo orgogliosi di questo nome; rappresenta una rivendicazione della mediocrità, un concetto che è stato a lungo maltrattato e frainteso.

Siamo cresciuti con l’idea che bisogna sempre primeggiare, essere i migliori, distinguersi, spinti da una società che ci chiede costantemente di essere unici, speciali, inarrivabili. E, francamente, ci siamo stancati, sul serio, non in senso metaforico. Questa corsa all’eccellenza ci logora, ci fa sentire insoddisfatti e, paradossalmente, ci spinge tutti nella stessa identica direzione, verso una standardizzazione del successo.

La mediocrità come atto di ribellione

Per questo ci piace la mediocrità. Essere mediocri non significa essere meno; significa accettare che non dobbiamo sempre brillare per essere validi. Si tratta di un atto di ribellione contro la pressione di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, una pressione che ci soffoca e ci priva della libertà di essere semplicemente noi stessi.

Possiamo essere noi stessi, con tutte le nostre imperfezioni. E questo, oggi, è un vero atto di coraggio. Non è difficile essere mediocri; è difficile dover continuamente dimostrare di non esserlo. Viviamo in una cultura che celebra solo il successo, il miglioramento, l’eccellenza, ma noi vogliamo riprenderci il diritto di fallire, di essere imperfetti, di non dover necessariamente puntare sempre alla vetta.

La fragilità come valore

No, per quanto si possa usare l’ironia, dirsi Brocchi non è la via più facile. Parlarne, raccontare la fragilità, in questo mondo è fottutamente difficile. Significa mettersi a nudo davanti agli sconosciuti, accettando il rischio di essere giudicati, di non essere compresi. Ma forse è proprio per questo che ci chiamiamo così, e che abbiamo scritto un libro dove parliamo, soprattutto, delle nostre paure: perché solo raccontando le nostre debolezze possiamo liberarci dal peso di doverle portare da soli.

Cosa vuol dire essere brocchi?

“Cosa vuol dire essere Brocchi?” ci chiedono spesso alle presentazioni. Vuol dire liberarsi dalla necessità di brillare per forza e iniziare a volerci bene per quello che siamo. Vuol dire abbracciare le nostre fragilità, scoprire che fanno parte di noi e che va bene così. Essere Brocchi vuol dire accettare che va bene non essere sempre i migliori, che possiamo trovare valore in noi stessi anche se non eccelliamo in ogni cosa.

Tatuato sulla pelle, foto di Roberto Mor

La bellezza della mediocrità nelle attività ricreative

Questa accettazione si estende anche nelle attività ricreative. In un mondo che spesso ci spinge a migliorare costantemente o a monetizzare i nostri hobby, è importante difendere l’idea che alcune attività possano rimanere semplicemente rilassanti e appaganti, senza la pressione di dover essere bravi o efficienti. La gioia sta nel fare qualcosa per il puro piacere di farlo, senza obiettivi di miglioramento o monetizzazione.

Quando ci permettiamo di fare qualcosa solo per il piacere di farlo, senza l’ansia di diventare i migliori, scopriamo una libertà diversa, più pura. La libertà di fare qualcosa senza la pressione di dover essere bravi ci apre la mente a nuove esperienze. Non tutto nella vita deve avere uno scopo produttivo o portare a un miglioramento costante. Il piacere di provare nuove esperienze senza preoccuparsi del risultato è una celebrazione dell’avventura stessa.

Cultura della produttività

Nella società odierna, la cultura della produttività rischia di trasformare anche il tempo libero in lavoro. Ogni momento di svago diventa un compito da portare a termine, un’occasione per migliorarsi o per aggiungere nuove competenze al nostro bagaglio. Ma cosa succede se non vogliamo farlo? Se desideriamo semplicemente divertirci, senza dover dimostrare nulla a nessuno?

Preservare la mediocrità in alcune attività, difendere l’imperfezione e il diritto a non essere sempre performanti, è un modo per proteggerci da questa cultura ossessiva della performance. Non dobbiamo necessariamente eccellere in tutto, e va bene così. Essere Brocchi è una rivendicazione della semplicità e della libertà di essere imperfetti. Vuol dire vivere le nostre passioni e le nostre esperienze senza il peso di doverle trasformare in competizioni.

La ribellione dell’imperfezione

Abbracciare la mediocrità è un atto di ribellione. È il rifiuto di un modello di vita che ci impone di essere sempre al massimo, sempre al meglio. Noi Brocchi preferiamo vivere le nostre esperienze con leggerezza, con il piacere di essere imperfetti, perché alla fine non è difficile essere mediocri, è difficile dover continuamente dimostrare di non esserlo.

Se anche tu senti questa pressione, forse è il momento di liberarti dalla necessità di brillare e iniziare a volerti bene per quello che sei, con tutte le tue fragilità. E, alla fine, scoprirai che va bene così.

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Preferisco Ghisarmi. la newsletter d’arrampicata che devi leggere.

Se l’arrampicata è la tua passione e stai cercando una fonte unica di informazioni, notizie e consigli che catturino l’anima verticale, allora hai trovato ciò che stavi cercando: Preferisco Ghisarmi, la newsletter di Brocchi Sui Blocchi per rimanere informati sul mondo dell’arrampicata in modo semplice, ma anche per condividere riflessioni che possano aiutare tutte e tutti a creare, nell’arrampicata, un ambiente più inclusivo dove ognuno possa sentirsi accolto. 

DAL PODCAST ALLA NEWSLETTER, PER RACCONTARE L’ARRAMPICATA CHE PIACE A NOI 

Chi ci segue da tempo sa che “Preferisco Ghisarmi” è anche il nome del nostro podcast e richiama l’idea di scegliere l’arrampicata prima di tutto, nonostante gli avambracci duri come la ghisa che non ci fanno stringere le prese. Un inno alla nostra irrefrenabile voglia di scalata e di viverla anche quando siamo a casa, anche solo leggendo una mail o ascoltando un podcast.

Per dare continuità al progetto del podcast (in attesa della 2° stagione) e colmare quel vuoto di comunicazione per Brocchi che c’è nel mondo della scalata, abbiamo deciso di aprire una newsletter. Girando online abbiamo notato che mancava una newsletter che fosse come piace a noi: per parlare di argomenti interessanti, per informarci in modo veloce e per condividere link utili trovati sull’internet. Così ce la siamo creata noi.

UNA NEWSLETTER COMPLETA PER TUTTI I GUSTI

La newsletter è gratuita ed esce ogni due martedì, un appuntamento fisso per coloro che vogliono rimanere aggiornati sul mondo dell’arrampicata sportiva con una semplice mail. 
In Preferisco Ghisarmi troverete sempre un argomento d’opinione o d’attualità, le principali notizie dell’arrampicata e una sezione dedicata a consigli che abbracciano video, iniziative ed eventi: tutto ciò di cui hai bisogno, servito in un’unica newsletter.

NOTIZIE, INFORMAZIONI E LINK UTILI DAL MONDO DELLA SCALATA

La sezione delle notizie d’arrampicata comprende le più importanti salite che capitano nel mondo, dal bouldering alla lead, passando per le multipitch o altre incredibili imprese. Ovviamente ci sono le notizie dei big che sgradano cose perché questa cosa che manco loro si mettono d’accordo sui gradi a noi fa troppo ridere.Vengono riportati tutti i risultati delle più importanti gare indoor al mondo, come la Coppa del Mondo di lead, boulder e speed, o le qualificazioni per le olimpiadi.
Poi se succede qualcos’altro di interessante lo trovate sicuramente, non ci perdiamo praticamente niente. 

ADV brocchi (Quadrato)

UNO SPAZIO APERTO A TUTTE E TUTTI

Preferisco Ghisarmi vuole anche essere un luogo dove la community di Brocchi Sui Blocchi possa esprimersi, un megafono per storie e voci diverse.
La newsletter accoglie con entusiasmo le voci della sua community: Tutte e tutti sono invitati a condividere il loro punto di vista. Ovviamente essendo bisettimanale siamo obbligati a fare una selezione, ma cerchiamo sempre di dare spazio a tutte e tutti. 
(Se anche tu hai una storia che vuoi condividere con gli altri puoi mandarcela a info@brocchisuiblocchi.com )

L’AREA CONSIGLI: MINIERA D’ORO PER I CLIMBER

Se sei alla ricerca di risorse preziose, l’area consigli è ciò che fa per te. Video ispiratori, blog informativi, iniziative, corsi ed eventi imperdibili tutto racchiuso in una sezione con link cliccabili per arrivare facilmente a ciò che cerchi per ampliare la tua visione dell’arrampicata.
A quanto pare questa è anche la sezione più apprezzata della newsletter. 
Ovviamente non mancano mai foto che ci sono piaciute e qualche meme, giusto perché non vogliamo renderla troppo seria. 

IL MONDO DELL’ARRAMPICATA A PORTATA DI MAIL

Sappiamo che l’arrampicata è molto più di uno sport, è un vero e proprio stile di vita, ci riempie le giornate e vorremmo pensare solo a quello anche quando siamo a casa sul divano o a lavoro davanti al pc. Preferisco Ghisarmi vuole offrire una finestra digitale per parlare di cultura verticale, rimanere aggiornati in modo facile e gratuito.

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Brocchi in tour con LaSportiva

La storia di una collaborazione, nata nel 2019, che si è potuta realizzare solo oggi: un tour per tutta Italia, insieme.

NASCITA DELL’IDEA

È il Dicembre 2019 quando veniamo invitati per la prima volta in Val di Fiemme da La Sportiva, l’idea è di conoscersi, confrontarsi e buttar giù qualche idea da sviluppare insieme.
Conosciamo i volti dietro al marketing di LaSpo, Fabio e Serena, e visitiamo la fabbrica. Ce ne andiamo con un progetto: fare il tour di LaSportiva nelle palestre di tutta Italia insieme ai Brocchi. Entusiasmo alle stelle.
Il 2020 arriva veloce e noi organizziamo quello che sarebbe dovuto essere il nostro 3° raduno indoor, la data fissata è il 29 Febbraio. Il 21 Febbraio vengono registrati i primi casi di covid in Italia, ad una settimana dall’evento siamo costretti a rimandarlo a data da destinarsi. Neanche a dirlo, quell’evento non verrà più recuperato, annullato per sempre come la nostra voglia di metterci in gioco per creare eventi: troppo rischioso, quasi scorretto in un paese dove la pandemia tornava ad ondate.

Due anni a non fare eventi, con una community che nel frattempo continuava a crescere online, sono stati un bel colpo. Il raduno per noi, è quel momento in cui tutto il nostro racconto si condensa per esplodere in una grande festa: ritrovarsi, conoscersi, scalare insieme, scambiarsi storie d’arrampicata davanti alle birre.

RINASCITA DELL’IDEA

Nel Novembre nel 2021 incontro Francesco Delladio a Milano, la volontà di collaborare è forte e ci promettiamo di risentirci nel 2022.
Ci risentiamo agli inizi dell’anno e mi rimette subito in contatto con il suo team, che nel frattempo stava organizzando i tour europei, compreso quello italiano.
L’intesa è immediata, bastano due call e due mail che il progetto è di nuovo in piedi.
Nelle 11 tappe in Italia, in palestre affiliate LaSportiva, ci saranno anche i Brocchi Sui Blocchi.

Le dieci tappe del tour

Si parte il 30 Aprile alla RockSpot di Milano per il Climb Europe, e poi tutta la prima metà di Maggio in mezza Italia.
Finalmente, dopo due anni ed una pandemia, si torna a vivere le palestre come luogo di aggregazione e non solo di allenamento, si torna a scalare per la voglia di stare insieme, conoscersi e divertirsi.

BOULDERS NO BORDERS

Ma cosa portano i Brocchi per il tour? Bisogna pensare ad un’attività non troppo complessa per le palestre, di facile gestione e soprattutto che sia in linea con il messaggio dei Brocchi. 
Riprendiamo un’idea che ha sempre accompagnato i nostri raduni: blocchi senza grado, per rimettere al centro la voglia di mettersi in gioco a prescindere dalla difficoltà, per spingere le persone a confrontarsi per trovare la giusta methode.
Chiediamo alle palestre la loro disponibilità e intanto ci mettiamo a pensare ad un nome.
Ne escono 3: Boulders No Borders, Blocchi Senza Frontiere e Zero Gradi di Separazione.
Sarà la community a decidere il nome, attraverso un sondaggio sui social.
Boulders No Borders ne esce vincitore e diventa il titolo dell’attività.


Ad Aprile è solo il tempo di comunicarlo a tuttə e prepararsi a partire.

Dopo due anni a non poter fare feste nelle palestre non vediamo l’ora di incontrarvi, conoscervi e scalare con voi.
Questo tour è vostro. Ve lo dedichiamo e vogliamo viverlo con voi.
Ci si vede in giro. 

Amedeo Cavalleri

Perché ci sia Shubert dovete chiederlo al grafico di LaSpo

 

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Arrampicare negli anni ’20

Leggendo cosa voleva dire arrampicare negli anni '80, mi sono fermato a pensare cosa vuol dire arrampicare oggi, per noi negli anni '20 della pandemia, della crisi climatica e della guerra in Ucraina.

La spensieratezza di scalare con gli amici in Valle dell'Opol. Ph: Giulia Bussei

È una giornata come tante quella in cui inizio a leggere “Zanzara e Labbradoro”, il libro su Roberto Bassi, uno di quelli che l’arrampicata sportiva in italia l’ha fatta nascere.
Lo scopo che mi sono dato è riprendere il podcast ideato ormai due anni fa, nel primo lockdown, dove parlo di arrampicata partendo dai libri e dalle storiche figure descritte in quelle pagine.
Mi piace raccontare l’arrampicata, sia quella che vivo con i Brocchi, sia quella vissuta da altri. Mi piace il pensiero che le persone, sentendo le storie, si possano rivedere e che la fiamma dell’arrampicata si accenda ancora più forte dentro di loro. La verità è che mi piacciono le storie, mi piace leggerle e raccontarle, quindi in fondo lo faccio per me.

Però stavolta succede qualcosa di strano, leggo le prime pagine e sono costretto a fermarmi.
Il libro parte raccontando i primi anni ‘80, il contesto nel quale si forma l’arrampicata sportiva in Italia: “…la pesantezza degli anni di piombo si fa ancora sentire, la strage alla stazione di Bologna ha segnato gli animi, proprio pochi mesi dopo l’abbattimento dell’aereo di Ustica. […] Jhon Lennon viene ucciso a New York, il terremoto piega il sud Italia e l’anno dopo Papa Giovanni Paolo II viene colpito quasi a morte da un proiettile. […] Gli effetti del boom economico post bellico hanno perso la loro forza. Le rivoluzioni culturali degli anni Sessanta, manipolate dai poteri forti per indebolire le proteste, sono ormai scemate e diversi giovani si sono buttati nelle droghe pesanti…”

Quello che mi porta a fermarmi alla pagina 3 non è quello che leggo, ma quello che mi risveglia dentro. Sento tutta di colpo la pesantezza di quello che sta succedendo alla mia generazione e a quella dopo.
Non che prima non ne fossi cosciente, dopotutto il mio lavoro è raccontare la crisi climatica, è solo che negli ultimi dieci giorni non mi ero davvero fermato a pensare ai recenti sviluppi della guerra in Ucraina, nel quadro più complesso della moltitudine di crisi mondiali. Sviluppi che si riflettono non solo nella crisi di un intero sistema, ma di un’intera generazione.
Crisi climatica, pandemia mondiale, crisi economica, indebolimento delle democrazie occidentali, e ora la minaccia di una guerra mondiale, con lo spettro nucleare che torna a incombere dopo decenni di sonno. È questo il contesto nel quale la mia generazione vive, cerca lavoro, impara ad amare, programma il futuro, studia, arrampica.
E’ così che racconteremo i primi anni ‘20 alle generazioni future. 

Ripenso a me stesso, ai due mesi appena passati e mi accorgo che nonostante io abbia una vita che mi soddisfa, una stabilità sentimentale e un lavoro che mi piace, c’è solo un posto in cui mi sento sempre libero e sereno, un posto in cui non ci sono pensieri che pensano nella testa, dove non esiste l’eco ansia e neanche le notizie su una generazione sempre più disillusa: è l’arrampicata.

L'inutile gesto in Maddalena. Ph: Roberto Mor

Negli anni ‘80, si legge nel libro su Bassi “la voglia di fare qualcosa di nuovo, di sperimentare, di infrangere le regole perbeniste, si allarga come un’onda anche nell’arrampicata. […] In poco tempo si diffonde il free climbing. L’arrampicata libera.”
Erano anni in cui la storia dell’arrampicata era tutta da scrivere. L’idea delle gare nasce in quegli anni e si realizza con Bardonecchia nel 1985, per far capire il livello in quell’anno la via più dura al mondo era “Punks in the Gym” di Gullich, 8b+. Le pareti erano laboratori dove gli arrampicatori creavano le loro vie e tra amori e rivalità andavano a dettare le regole di uno sport nascente.

Sono passati 40 anni e l’arrampicata è un altro mondo; non è più una novità ma uno sport olimpico, per i più c’è poco sia da sperimentare che da scoprire e impensabile è l’idea di poter diventare un atleta iniziando a scalare dopo i15 anni (ma probabilmente ancora prima).
Il grado massimo, 9c, è talmente alto che sono 5 anni che nessuno si avvicina all’idea di ripeterlo, figurarsi aumentarlo, sono state fatte imprese impensabili come il free solo di El Capitan, l’arrampicata indoor e outdoor stanno diventando due sport sempre più distinti.
Eppure una cosa non è cambiata. La ricerca della libertà.
Oggi come negli anni ‘80 arrampichiamo per ritagliarci uno spazio di libertà da una società nella quale non riusciamo a rispecchiarci.

Allora se penso a perché negli anni ‘20 del XXI secolo arrampichiamo direi che lo facciamo per fuggire da una società iper competitiva che ci vuole in perenne lotta gli uni con gli altri. Scaliamo per poter divertirci facendo inutili sforzi in un modello economico dove se non produci non esisti. Scaliamo per non pensare alla responsabilità di dover salvare un pianeta che ci è stato donato sull’orlo del baratro. Scaliamo perché vogliamo vivere il presente in una società in cui immaginare il futuro è sempre più difficile. Scaliamo per ritrovare la connessione con la natura in un mondo che da tempo l’ha dimenticata. Scaliamo perché l’arrampicata e il suo inutile gesto rappresentano, anche se solo per poche ore, la più grande libertà di fronte al compito generazionale di portare avanti un mondo in rovina. 

Arrampichiamo perché una volta tolta la competitività e la ricerca della prestazione ad ogni costo, l’arrampicata è davvero libera.
Oggi come allora scaliamo per “la libertà di arrampicare, la libertà di vivere.”

Amedeo Cavalleri

Fotografie di Giulia Bussei Roberto Mor 

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