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Preferisco Ghisarmi. Com’è nato il podcast di Brocchi Sui Blocchi.

TUTTO INIZIA CON UN’ALLEGRA OCCUPAZIONE

E’ una sera come le altre quella in cui i Brocchi decidono di invadermi casa. Devono attuare il loro piano di conquista molesta, ma non armata, del mondo e per farlo serve un luogo isolato, non in città, troppo banale e facilmente localizzabile. La scelta perfetta già lo avete capito qual è.

“Abbiamo bisogno di un posto silenzioso per registrare… scusa, puoi non fare rumore Laura?”. Così inizia la composizione del podcast d’arrampicata di questi quattro Brocchi, non ho ancora capito se più amici d’intesa o compagni di avventura. Tra la brezza del Lago di Garda e il silenzio imposto, ispirazione e concentrazione si uniscono e fluiscono in un tutt’uno quasi perfetto. No, la sto romanzando, ci sono errori, risate, sedie che stridono e che fanno arrabbiare tutti.

Un po’ leggo, cercando di non fare il minimo rumore, persino sfogliando le pagine – non vorrei mai essere proprio io a interrompere il flusso naturale d’idee. Un po’ ascolto incuriosita questa passione uscire da persone non professioniste dell’intrattenimento, non professioniste dell’arrampicata, solo innamorate di ciò che vogliono raccontare. Sorrido. “Eccolo qui lo spirito Brocco” penso.

Grafica del podcast disegnata da Michela Cavalleri

UN ALTRO PODCAST, UN PO’ PIU’ SOCIALISTA

Inizia così questo podcast che porta i Brocchi di nuovo su Spotify. Eh già, di nuovo. Durante il primo lockdown della pandemia, nel 2020, quel brocco da biblioteca di Amedeo decideva di mettersi a leggere ogni libro di arrampicata che riuscisse a trovare – sempre con mio grande piacere visto che ora abbiamo casa piena di racconti di rocce e di ghisa – e di farne un podcast a tempo perso, o almeno così sembrava. Il risultato di tante letture è Recensioni Brocche, ancora disponibile su Spotify.

Questo primo esperimento, nato dalla noia e dalla voglia di tornare a uscire e scalare, libera così la via a questo secondo podcast, un po’ più strutturato, molto più socialista. Infatti, qui abbiamo non una, ma ben quattro voci, che si riuniscono per il desiderio di trovare nuovi modi di raccontare storie d’arrampicata, e non solo quella dei più forti, ma anche quella degli scarsi, degli ultimi, di chi non si tiene ma è troppo innamorata per mollare. Nel podcast ogni voce rispecchia il proprio percorso, la propria visione, il vissuto personale di questo sport poliedrico.

Veniamo ora al nome. Preferisco Ghisarmi è quella risposta perfetta a ogni occasione. Di fronte al dover lavorare, studiare, dormire, fare ape o registrare, arrampicare diventa l’unica scelta desiderabile. O meglio, arrampicare male, perché quando ti ghisi troppo forse qualcosa che non sta andando proprio proprio come dovrebbe c’è, come ben sappiamo. E’ così che Preferisco Ghisarmi diventa l’unica scelta possibile per dar nome a questo nuovo podcast.

PREFERISCO GHISARMI_puntate (4)
Roberto Mor, Amedeo Cavalleri, Davide Borgogno e Dario Cressoni, i quattro speaker del podcast

IL RAGIONAMENTO CONTORTO, MA NEMMENO TROPPO, DIETRO A TUTTO

L’idea del format nasce durante i lunghi viaggi andata e ritorno in direzione dei raduni di arrampicata passati ad ascoltare Power Pizza. In questi momenti di convivenza ristretta ascoltare podcast può essere davvero un’ottima idea per imparare e farsi due risate. E poi provate a stare due ore in macchina con la musica di Amedeo. Viva la diversità, ma troppa trap stroppia. Perciò lo spunto illuminante è parlare di storie, di questioni sociali e ambientali, e allo stesso tempo intrattenere. “Bho, tanto tra noi già ridiamo sempre, speriamo di far ridere anche gli altri”.

Arriva poi lo sponsor. Si vuole alzare un po’ il livello del prodotto rispetto al primo podcast e per poterlo fare servono i microfoni giusti, un montaggio professionale, grafiche riconoscibili, una sigla fatta bene. Dopo un po’ di corteggiamento, ecco: da La Sportiva arriva l’ok, pare l’idea piaccia, e così supporta il podcast brocco.
Infine, manca creare la sigla. Beh, Pupetti Tutti Matti è un fenomeno social che spacca e che fa davvero ridere, con queste canzoncine che rimangono in testa all’infinito. Ci si immagina subito di aprire il podcast e sentire Pupetti Tutti Matti che parte. L’idea fa impazzire. “Perciò gli abbiamo chiesto, anche lui ci ha detto di sì ed è uscita benissimo”.

Poi, ecco, per comprendere davvero l’origine del tutto va considerato che forse c’era voglia di questo tipo di contenuto, che raccontasse l’arrampicata in modo diverso. Del resto, i podcast vanno di moda, l’arrampicata pure. Perciò, in estrema sintesi si può dire che il popolo dell’arrampicata ha deciso che questo podcast dovesse avere inizio. E i Brocchi hanno risposto, a modo loro.

Laura Persavalli

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