Pubblicato il

Su ambientalismo e rispetto

PERCHÉ ESSERE AMBIENTALISTI

Vivere la montagna è una delle rappresentazioni più potenti del vivere in equilibrio con il nostro pianeta. Creature in cerca del proprio habitat più vero, noi arrampicatori, ci ritiriamo nella protezione di queste curve insieme accoglienti e severe ogni volta che possiamo. Qui cerchiamo svago, avventura, i limiti con noi stessi e con le pareti; soprattutto cerchiamo il blocco – o parete – perfetto per svolgere quell’attività che tanto ci piace, arrampicare. Perciò, alla fine, i motivi che ci spingono fin lì sono puramente egoistici, o egocentrici se preferiamo. Allo stesso tempo, però, cerchiamo un elemento fondamentale, quei paesaggi puri e incontaminati, privi della presenza di una civiltà che altrimenti è sempre presente, dove poterci sentire liberə e selvaggə. E in questo sta l’equilibrio: fare ciò che desideriamo, sempre rispettando l’ambiente naturale che ci accoglie.

In virtù di tutto questo, noi arrampicatori abbiamo il dovere di essere ambientalisti. Possiamo prendere posizione e scegliere di scostarci da quel modello consumistico della società moderna che usa il luogo e se ne va, e rivolgerci alla montagna come ospiti itineranti che si inseriscono nella comunità locale e vivono il luogo rispettandone i ritmi e gli spazi. Ecco che allora queste montagne, sentieri, ghiacci e pareti li viviamo; non li consumiamo. In questi luoghi siamo solo di passaggio e cerchiamo di limitare il più possibile il nostro impatto, perché qui ci sentiamo i benvenuti, e onoriamo questa condivisione. 

Bidet della Contessa in Val di Mello © Laura Persavalli

PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO

La cura che abbiamo per la montagna, come arrampicatori, parte dal nostro impegno nelle scelte di ogni giorno, come individui. Parte da chi scegliamo di sostenere, con il nostro voto o portafoglio, da ciò che mangiamo e indossiamo, da come viaggiamo e da che tipo di energia usiamo a casa e in ufficio. Parte col renderci attivisti per il clima nel nostro piccolo, parlando del cambiamento climatico con chi ancora non lo fa e portando avanti – per primi o da secondi va bene – quelle cause che si battono per il pianeta.

Possiamo tutti essere protagonisti del cambiamento, chiunque noi siamo. Organizzazioni, brand, aziende, politica e associazioni di individui, dobbiamo unirci in uno sforzo comune per affrontare la crisi del nostro tempo, la crisi climatica. Per farlo serve scegliere le opzioni più sostenibili che al momento abbiamo a disposizione e cercare sempre di innovarci, per offrirne di nuove e di migliori.

Valdaone in autunno © Laura Persavalli

LA VIA DELLA SOSTENIBILITA’

Non è necessario essere sostenibili al 200% e, forse, non è nemmeno possibile. L’atto stesso di produrre non è sostenibile in sé, dalle risorse che prende, all’energia che richiede, alla quantità di “cose” in più che immette nel pianeta. Del resto viviamo in un’epoca in cui si sta anche riconoscendo – speriamo – l’importanza per ogni persona di realizzarsi e fare nella propria vita ciò che più le piace. E va da sé che spesso per fare ciò che desideriamo abbiamo bisogno di strumenti adeguati (non è sempre così semplice andarsene in giro nudi).

Ci serve quindi un equilibrio tra quello che è sostenibile per il pianeta nella sua interezza e quello che lo è per noi come persone, sapendo – ovviamente – che per la Terra qualche sacrificio lo dobbiamo fare. Serve essere tutti consapevoli e desiderosi di trovare modi per diventare giorno per giorno un po’ più sostenibili. Perché di questo si tratta: di un percorso, di una via da scalare insieme.
In sintesi, la cosa migliore che possiamo fare è scegliere di cosa abbiamo bisogno in modo responsabile, senza richiedere al pianeta il superfluo, ed essere rispettosi della nostra casa comune e dei suoi abitanti tutti.

Grazie

Fotografie di Laura Persavalli

VUOI RESTARE AGGIORNATO SUI BROCCHI

ULTIME STORIE